Si muore solo da vivi (Italia 2020, 95′), regia di Alberto Rizzi

A quarant’anni Orlando ha tutta l’aria del perdente: ex leader della band “Cuore aperto”, ha appeso il microfono al chiodo e vive alla giornata in una baracca sulle sponde del Po, pigro e solitario. Finché il terremoto del 2012 non lo costringe a mettersi di nuovo in gioco, tra nipoti di cui prendersi cura, la band di improbabili amici da rimettere in piedi, e soprattutto Chiara, un amore mai dimenticato che torna ad affacciarsi dal passato.

Criminali come noi (Argentina/Spagna 2019, 116′), regia di Sebastián Borensztein

Argentina, dicembre 2001. Un gruppo di amici riunisce tutti i loro risparmi per acquistare alcuni silos abbandonati e fondare una cooperativa nella loro piccola città di campagna. Ma siamo alla vigilia della crisi economica e gli investimenti del gruppo vengono bloccati. Gli amici scoprono presto di essere in realtà stati truffati da un direttore di banca e da un avvocato senza scrupoli. Per il gruppo è giunto il momento di riprendersi ciò che è loro, mettendo in atto uno dei piani più strampalati di sempre. Ocean’s Eleven incontra I Soliti Ignoti tra le campagne argentine con un incredibile Ricardo Darín a capo della banda.

La vita invisibile di Eurídice Gusmão (Brasile 2019, 139′), regia di Karim Aïnouz

Rio de Janeiro, 1950. Eurídice e Guida sono due sorelle inseparabili che vivono con i loro genitori dagli ideali conservatori. Immerse in una vita tradizionale, nutrono entrambe dei sogni: Eurídice vuole diventare una rinomata pianista, mentre Guida è in cerca del vero amore. Le loro scelte porteranno alla drastica decisione del padre di separarle. Le sorelle prenderanno due strade diverse senza mai perdere la speranza di potersi ritrovare.

Burning – l’amore brucia (Corea del Sud 2018, 148′), regia di Chang-dong Lee

Jongsu, un giovane fattorino con aspirazioni letterarie, incontra Haemi facendo una consegna. I due iniziano a frequentarsi e la ragazza, prima di affrontare un viaggio in Africa, gli chiede di occuparsi del suo gatto. Jongsu accetta, ma quando Haemi ritorna non è più da sola: ha conosciuto Ben, tanto ricco quanto misterioso, e ora sta per conoscerlo anche lui. Niente sarà più come prima.

Jojo Rabbit (Germania 2019, 108′), regia di taika Wititi

Il giovanissimo Jojo Betzler ha 10 anni e ha molte difficoltà a relazionarsi con i suoi coetanei. Sempre impacciato viene appunto chiamato Jojo Rabbit – coniglio – per sottolineare, con la crudeltà di certi bambini, sostenuti dagli adulti in divisa nazista, le sue difficoltà. Per cercare di affrontare un mondo che gli sembra sempre ostile, Jojo si rivolge allora al suo amico immaginario che ha il volto di Adolf Hitler, interpretato dallo stesso regista. Ma il giovanissimo comincia a porsi molte domande sulla legittimità di quanto gli viene insegnato a scuola e nel campo di addestramento, quando scopre che la madre nasconde in soffitta Elsa, una ragazza ebrea. Tra Jojo e Elsa nasce un’amicizia che porta il ragazzino a guardare con altri occhi quanto sta succedendo intorno a lui e a dubitare sulla bontà degli insegnamenti relativi al nazismo che riceve.

C’era una volta a Hollywood (USA 2019, 145′), regia di Quentin Tarantino

Con “C’era una volta a… Hollywood” Quentin Tarantino mette in campo tutta la sua cinefilia partendo dall’omicidio di Sharon Tate, entrato nella storia per la sua efferatezza a Bel Air nel 1969, per raccontare il cinema che fu. A tenere le fila del discorso le vicende tragicomiche della coppia formata da Rick Dalton/Leonardo DiCaprio e Cliff Booth/Brad Pitt rispettivamente star della televisione in caduta libera e sua controfigura nonché fratello putativo. I due si muovono in una Los Angeles che sta cambiando. É appena uscito nelle sale “Easy Rider” e si sta diffondendo la controcultura hippy, usata per fini malefici da Charles Manson e la sua Family.