Data Proiezione: 1 Aprile

Titolo: Life, animated

Regia: Roger Ross Williams

All’età di tre anni, Owen Suskind, anziché progredire col naturale sviluppo delle abilità motorie e cognitive, cominciò a subire una sorta di regressione, smise di parlare, se non attraverso un borbottio continuo e incomprensibile, e si chiuse sempre più in se stesso, con la sola compagnia dei classici Disney, fino a rendersi del tutto irraggiungibile dai suoi stessi genitori. La diagnosi di autismo, che dopo un tour di specialisti venne appuntata definitivamente al caso di Owen, gettò la famiglia nella disperazione, finché un giorno, il padre non si accorse che c’era un modo di comunicare col piccolo, parlando il linguaggio dei personaggi dei film. Si apre così una breccia nel muro fatto di una sostanza sconosciuta ma apparentemente inscalfibile che relega Owen fuori dalla società e da una prospettiva di futuro. Appare sempre più chiaro che, conoscendo ogni battuta a memoria, il ragazzo è in grado di utilizzare i film d’animazione e le avventure che interessano i loro personaggi per orientarsi nei fatti della vita e dare un nome alle proprie emozioni.

 

 

 

Data Proiezione: 5 Aprile

Titolo: Il padre d’Italia

Regia: Fabio Mollo

Paolo voleva diventare un falegname o un architetto, e invece fa il commesso in un megastore di arredamento preconfezionato. Da poco è stato lasciato dal suo compagno Mario, che sta provando a realizzare i suoi sogni (forse anche quelli preconfezionati) insieme a un altro uomo. Una sera, mentre Paolo va in cerca di Mario in un locale gay, incontra Mia, giovane donna incinta che sembra non sapere cosa fare di se stessa, men che meno della bambina che aspetta. Suo malgrado, Paolo si farà carico di Mia e cercherà di riportarla a casa, intraprendendo un viaggio che porterà entrambi in giro attraverso l’Italia del presente.

 

 

 

 

Data Proiezione: 6-19 Aprile

Titolo: L’altro volto della speranza

Regia: Aki Kaurismäki

Khaled è un rifugiato siriano che ha raggiunto Helsinki dove ha presentato una domanda di asilo che non ha molte prospettive di ottenimento. Wilkström è un commesso viaggiatore che vende cravatte e camicie da uomo il quale decide di lasciare la moglie e, vincendo al gioco, rileva un ristorante in periferia. I due si incontreranno e Khaled riceverà aiuto da Wilkström ricambiando il favore. Nella società che li circonda non mancano però i rappresentanti del razzismo più becero.

 

 

 

Data Proiezione: 12 Aprile

Titolo: Riparare i viventi

Regia: Katell Quillevere

Il film affianca più piani narrativi che presentano diverse famiglie, nuclei che gravitano attorno a un’operazione di trapianto di organi. C’è la famiglia distrutta di Simone, uno sfortunato diciassettenne vittima di un incidente stradale, clinicamente morto e la cui vita è ormai soltanto un’amara illusione. Ci sono le vite dei medici e dei paramedici che si ritrovano ogni giorno ad affrontare situazioni tragiche e hanno il compito di spiegare, supportare, consolare, dare un senso al dolore di chi resta. Specialmente quando il protagonista di una tragedia è un ragazzo delle scuole superiori. C’è anche Claire, la cinquantenne madre di due adolescenti, pericolosamente in attesa di un cuore nuovo. La spensieratezza delle prime scene di Riparare i viventi, ambientate nella quotidianità di Simone, viene ben presto sostituita dalla drammaticità, inevitabile, in cui si muovono i successivi passi del film. La difficile decisione dei genitori di Simone, che, nonostante la sofferenza, devono velocemente affrontare la questione del trapianto: aggrapparsi a un’idea è sostanzialmente inutile, e rischia di amplificare ancora di più il significato del termine “irreversibile”, una certezza scientifica di cui si deve prendere atto. Donare una speranza, invece, può essere un modo di ricominciare: bisogna pensare “ai viventi”, e proteggerli vuol dire anche mettere l’individuo a servizio della società, partecipando a un ciclo vitale collettivo. Il film di Katell Quillevere, pur concentrandosi sul concetto di morte, parla anche di vita, e lo fa con un rispetto per le tematiche trattate che non si trasforma in distacco né in freddezza, riuscendo a mantenere un equilibrio tra emozione e narrazione.

 

Data Proiezione: 19 Aprile

Titolo: Dopo l’amore

Regia: Joachim Lafosse

Per Marie e Boris è l’ora dei conti. In tutti i sensi. Dopo quindici anni di matrimonio e due bambine, decidono di mettere fine alla loro relazione, consumata da incomprensioni e recriminazioni. Marie non sopporta i comportamenti infantili del marito, Boris non perdona alla moglie di averlo lasciato. In attesa del divorzio e costretti alla coabitazione, Boris è disoccupato e non può permettersi un altro alloggio, lei detta le regole, lui le contraddice. L’irritazione è palpabile, la sfiducia pure. Arroccati sulle rispettive posizioni sembrano aver dimenticato il loro amore, il cui frutto è al centro della loro attenzione. Genitori di due gemelle che stemperano con intervalli ludici le tensioni, Marie e Boris condividono una proprietà su cui non riescono proprio a mettersi d’accordo. A chi appartiene la casa? A Marie che l’ha comprata o a Boris che l’ha rinnovata raddoppiandone il valore? La disputa è incessante, il dissidio incolmabile. Ma è fuori da quella ‘loro’ casa che Marie e Boris troveranno la risposta. Una possibile.

 

 

Data Proiezione: 20-26 Aprile

Titolo: Libere Disobbedienti Innamorate

Regia: Maysaloun Hamoud

Tre ragazze palestinesi condividono un appartamento a Tel Aviv, al riparo dallo sguardo della società araba patriarcale. Leila è un avvocato penalista che preferisce la solitudine al fidanzato, rivelatosi presto ottuso e conservatore, Salma è una DJ stigmatizzata dalla famiglia cristiana per la sua omosessualità, Noor è una studentessa musulmana osservante originaria di Umm al-Fahm, città conservatrice e bastione in Israele del Movimento islamico. Noor è fidanzata con Wissam, fanatico religioso anaffettivo che non apprezza l’emancipazione delle coinquiline della futura sposa. Ostinate e ribelli, Leila, Salma e Noor faranno fronte comune contro le discriminazioni.

 

 

 

Data Proiezione: 26 Aprile

Titolo: Libere 

Regia: Rossella Schillaci

Il film racconta, con le voci delle protagoniste, cosa ha significato quel periodo di lotta, combattuta insieme agli uomini ma anche e soprattutto per la loro stessa liberazione. Attraverso un montaggio suggestivo di film d’archivio, estrapolando un filo narrativo dalle interviste a partigiane, realizzate negli ultimi quarant’anni dall’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza, emerge una precisa visione di quel periodo, “rivissuto” nella memoria e nei ricordi, a cui si fa risalire, per molte di loro, la prima vera nascita del femminismo, dove la lotta è vista anche come emancipazione e ricerca di libertà, dove si acquista una maggiore libertà sessuale e si richiede la parità nel lavoro e nella famiglia. Cosa è successo dopo i festeggiamenti del 25 aprile 1945? Cosa hanno ottenuto le donne dopo la Liberazione, le aspettative, le promesse sono state mantenute? Le loro riflessioni, a volte amare, portano in luce un pezzo della nostra storia spesso dimenticato. Il film indaga il periodo della Resistenza e gli anni della pace ma anche della “restaurazione” del primo dopoguerra.

 

Data proiezione: 27 Aprile- 3 Maggio

Titolo: Le cose che verranno

Regia: Mia Hansen-Løve

Nathalie ha cinquantacinque anni, due figli, un marito e una madre fragile. Insegnante di filosofia, la sua vita si muove tra casa e scuola, principi filosofici e interrogativi morali. Affidabile, onesta e leale, Nathalie si prende cura della sua famiglia e di una madre anziana sfinita dalla vita. Il suo procedere spedito dentro le cose umane è interrotto dalla confessione improvvisa del consorte, che vuole lasciarla per un’altra, e dalla morte della madre, ricoverata a malincuore in una casa di riposo. Disorientata dal doppio abbandono e da una libertà ritrovata, Nathalie ripiega nel ‘rifugio’ di un ex allievo brillante e anarcoide. In quell’intervallo esistenziale e in compagnia di una gatta nera ereditata, ritrova il senso e il bandolo di sé.